Diabete: necessità di una diagnosi…
Comunicato del 9 settembre 2024
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L’Italia è il primo Paese che ha avviato con la Legge 130/2024 una seria campagna di prevenzione definendo un programma di salute pubblica di diagnosi tramite screening destinato alla popolazione in età infantile e adolescenziale, individuata nel range di età dagli 1 a 17 anni, per identificare i soggetti a rischio sviluppo di diabete di tipo 1 o di celiachia.
Grazie alla diagnosi precoce, infatti, è possibile ridurre le complicanze, potenzialmente mortali, derivanti dalle predette malattie.
“Garantiamo alla fascia più giovane della nostra popolazione un importante strumento di tutela della salute”, ha affermato il Ministro della Salute Orazio Schillaci, nel corso di un convegno in occasione della giornata mondiale del diabete alla Camera. “. È un provvedimento che pone l’Italia all’avanguardia, prima Nazione a dotarsi di una legge che prevede in modo sistematico programmi pluriennali di screening per la celiachia e il diabete di tipo 1 rivolti alla popolazione pediatrica” ha specificato il Ministro, aggiungendo che il diabete è “una malattia con una incidenza in aumento in tutto il mondo che insorge, in genere, durante glia anni dell’adolescenza ma può comparire anche in bambini piccolissimi (persino neonati) o in giovani adulti e dura tutta la vita”.
Sul tema si è espresso anche Giorgio Mulè, Vicepresidente della Camera dei Deputati, intervenendo il 25 Luglio u.s. a The Watcher Talk Salute, il format di The Watcher Post, testata giornalistica on-line.
“Le finalità che hanno ispirato la Legge 130 nascono dall’osservazione dell’esistente e da quello che è accaduto in Italia rispetto all’insorgenza di complicazioni dovute alla mancata diagnosi rispetto al diabete 1, soprattutto in età pediatrica. Abbiamo l’esigenza di diagnosticare prima possibile la predisposizione a questo tipo di diabete e alla celiachia sia per poter ritardare l’insorgenza della patologia sia per la gestione del paziente, evitando il trauma della chetoacidosi.
“Era necessario avviare una rivoluzione dal punto di vista della prevenzione”, aggiunge il vicepresidente Mulè, che tra l’altro, si dice orgoglioso di aver raggiunto il traguardo in tempi brevi: “Abbiamo fatto una legge in 10 mesi, che come sapete nella navetta tra Camera e Senato è abbastanza inusuale”. “L’Italia è l’unico Paese al mondo ad avere una normativa del genere. La legge fonda la sua efficacia sulla coralità, sono tutti ingaggiati: associazioni dei familiari, pazienti, la parte scientifica, le aziende farmaceutiche. La finalità è quella di arrivare nel 2025 ad avviare lo screening in tutta Italia, con modalità che vanno stabilite con le regioni per evitare disallineamenti. In meno di un anno questa legge è già all’attenzione del nuovo Parlamento europeo”, ha rassicurato Mulè a conclusione del suo intervento.
Soddisfazione ha espresso anche il Presidente della Fondazione Italiana Diabete, Nicola Zeni che, a margine della votazione finale della Legge in Senato, ha affermato: “Ci sono battaglie che non hanno colori politici: questa è la frase più emblematica del clima che abbiamo vissuto e respirato in questi due anni di lavoro, incontrando Senatori, Onorevoli, rappresentanti del Governo, esperti e funzionari. …rimanere sempre focalizzati sul traguardo ci ha permesso di mettere tutti d’accordo”.
Il Presidente Nicola Zeni, ha poi precisato: “il lavoro non termina oggi: ora devono essere scritte le regole, le modalità con cui la Legge verrà attuata”.
Si auspica, quindi, che verranno emanati a breve i decreti attuativi.