Anziani fragili: aumenta…
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I risultati dell’indagine 2024 di Italia Longeva presentata pochi giorni fa al Ministero della Salute, nel corso della nona edizione degli “Stati Generali dell’assistenza a lungo termine – Long-Term Care Nine”, hanno fotografato l’andamento della long-term care del Paese, ovvero dell’assistenza territoriale offerta ai cittadini fragili in risposta ai loro bisogni.
“L’invecchiamento della popolazione e l’aumento delle malattie ad esso correlate-diabete, patologie cardiovascolari, demenza, ci impongono di premere l’acceleratore per potenziare e rendere più omogenea l’assistenza sul territorio”, afferma Roberto Bernabei, presidente di Italia Longeva.
Si stima che l’Italia si prepari ad accogliere nei prossimi 3 anni un milione di ultranovantenni e che fra vent’anni gli anziani fragili sfioreranno i 19 milioni e un terzo saranno over 65 a rischio isolamento sociale. Dati che, inevitabilmente, accendono i riflettori sulla necessità di potenziare l’assistenza domiciliare e nelle RSA. La ricerca evidenzia quanto i dati demografici debbano necessariamente portare ad un miglioramento dal punto di vista dell’assistenza sanitaria.
L’Agenzia per i servizi sanitari regionali (Agenas) ha calcolato sui dati delle schede di dimissione giornaliere (Sdo) 2019 che sono state circa 600 mila le giornate di degenza inappropriata all’anno solo per la gestione di cronicità come diabete e ipertensione, che contribuiscono al sovraffollamento degli ospedali e alle dimissioni tardive per la scarsa disponibilità di presa in carico.
“Potenziare i servizi di long-term care, in particolare le cure domiciliari significa costruire un ponte tra ospedale e casa e dare finalmente un’assistenza congrua ai nostri anziani. Per affrontare efficacemente la fragilità degli anziani sono necessari setting assistenziali, conoscenze e competenze specifiche…Innanzitutto, prendendo in carico gli anziani nel proprio ambiente domestico il più a lungo possibile, fornendo cure mediche, infermieristiche e riabilitative e supporto adeguati, per mantenere una buona qualità della vita”, afferma Bernabei.
Oggi il 64% delle persone con demenza, tra le prime cause di perdita di autonomia negli anziani, non viene preso in carico in una struttura sociosanitaria.
Il principio guida della rete di assistenza -sottolinea Italia Longeva- è quello di trovare la migliore soluzione assistenziale per il paziente sul territorio, a seconda della complessità dei suoi bisogni: servizi di Adi, accesso in RSA, strutture di lungodegenza o hospice, in cui ciascun attore, professionista, caregiver, gioca la sua parte per dare risposte coerenti alle esigenze degli anziani.
Cresce, quindi, sempre di più la necessità di migliorare il sistema di assistenza di questi soggetti fragili potenziando anche le RSA che hanno visto nell’ultimo anno aumentare la percentuale di over-65 che ha usufruito di cure all’interno di queste strutture specializzate.
Va, infatti, considerato che laddove c’è meno assistenza aumentano gli accessi al Pronto Soccorso e i ricoveri inappropriati e, dunque, la spesa a carico del servizio sanitario nazionale.