Legge sulla maternità surrogata:…
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La “gestazione per altri”, nota anche come maternità surrogata, è una forma di procreazione assistita in cui una donna, c.d. gestante per altri o definita anche madre surrogata, provvede alla gestazione per conto di una o più persone che acquisiranno la responsabilità genitoriale nei confronti del nascituro. Il Senato lo scorso 16 ottobre ha approvato in via definitiva la legge che rende la maternità surrogata un reato universale. La “gestazione per altri”, già illegale in Italia dal 2004, diventando reato universale sarà perseguibile in Italia anche se praticata all’estero da cittadine o cittadini italiani.
Proprio sul tema della maternità surrogata, a pochi giorni di distanza dall’approvazione della Legge, si è aperto lo scontro tra i medici e il Ministro per le Pari opportunità e la Famiglia, Eugenia Roccella. «Un pubblico ufficiale, e anche il medico, è tenuto a segnalare i casi di sospetta violazione della legge sulla maternità surrogata alla Procura. E poi si vedrà», ha dichiarato il Ministro Roccella. «Spero che l’applicazione della legge abbia un effetto fortemente dissuasivo», ha aggiunto ricordando che «in Italia c’è una procedura che protegge i minori e assicura la possibilità al compagno del genitore biologico di essere riconosciuto come genitore».
La risposta della categoria non si è fatta attendere. «Il medico ha il dovere di curare. Che il medico sia esonerato dall’obbligo di denuncia nei confronti del proprio paziente lo si desume anche dal capoverso dell’articolo 365 del Codice penale che esime il medico da tale obbligo quando il referto esporrebbe la persona assistita a procedimento penale. Quindi il medico non deve, è vero, ostacolare la giustizia ma non deve, soprattutto, porre in essere atti che mettano a rischio la relazione di cura, limitando la tutela della salute dei cittadini», ha detto Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici (Fnomceo). «Il medico – ha precisato il presidente della Fnomceo – ha il dovere di curare: dovere che gli deriva dalla Legge, in primis la Costituzione, e dal Codice deontologico, è confermato dalla Giurisprudenza e prevale su ogni altro obbligo, facoltà o diritto».
Mentre il Ministro di fatto invoca il dovere del medico a presentare denuncia in Procura, Anelli ribatte: “Il nostro dovere è curare e siamo esentati dal denunciare la persona assistita”.
Il parere espresso da Anelli in merito alla posizione del medico rispetto alla legge appena approvata, secondo quanto si apprende, verrà pubblicato sulla rivista scientifica British Medical Journal.
“Mi pare che il presidente Anelli, nel commentare le mie considerazioni sul necessario rispetto della legge, confonda i piani. È evidente che la cura ha sempre la priorità e che non è in discussione il rapporto fiduciario tra medico e paziente. Ma in questo caso chi ha commissionato, violando la legge, la maternità surrogata, non ha un problema di salute, visto che chi ha partorito e ha bisogno di cura è casomai la madre surrogata”, ha replicato Roccella. “Ricordo anche al presidente Anelli che – aggiunge Roccella – una legge in vigore da vent’anni punisce penalmente in Italia non solo chi pratica l’utero in affitto, ma anche chi lo ‘organizza e pubblicizza’. Si tratta di organizzazioni commerciali complesse che chiamano in causa diverse professionalità, incluse quelle mediche. Ma anche in altri casi, nei quali l’esigenza di assistenza sanitaria è effettiva, il tema della denuncia, per esempio di fronte all’evidenza di vittime di violenza, come nel caso di violenza sessuale o di traffico degli organi, non può essere banalizzato e – conclude – va trattato con il giusto senso di responsabilità”.