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Le Associazioni sindacali CGL e UIL hanno indetto uno sciopero generale nazionale a cui hanno aderito diverse sigle sindacali: Sial Cobas, Adl Cobas, Clap, Confederazione Cobas, Uil, Usi 1912, Cub, Sgb. La manifestazione è un evento significativo poiché la mobilitazione coinvolgerà diverse categorie, con ripercussioni in tutto il Paese e anche la Sanità ha deciso di fermarsi per difendere il Servizio sanitario nazionale. Difatti, parteciperà all’agitazione anche il comparto sanitario per esprimere il dissenso nei confronti della Legge di Bilancio 2024. La protesta evidenzia le inadeguatezze percepite nella manovra finanziaria, come la mancanza di investimenti sufficienti in settori cruciali e il disaccordo sui tagli previsti.

L’annuncio è stato fatto dai segretari generali dei due sindacati, Maurizio Landini e Pier Paolo Bombardieri, durante una conferenza stampa convocata dopo che il Governo ha trasmesso la legge di Bilancio al Parlamento. La manovra non ha soddisfatto le organizzazioni sindacali: tra i temi contestati il definanziamento della sanità pubblica a favore della sanità privata.

“La manovra appare inadeguata a risolvere i problemi del Paese, va cambiata”. Così Landini, segretario generale della Cgil, e Bombardieri, segretario generale della Uil spiegando in conferenza stampa le motivazioni per cui contestano vari punti della legge di bilancio ed annunciando la proclamazione dello sciopero generale per il prossimo 29 novembre per rivendicare l’aumento del potere di acquisto di salari e pensioni e il finanziamento di sanità, istruzione, servizi pubblici e politiche industriali.

Sta di fatto che nel 2022, il Fondo sanitario nazionale aveva una dotazione di 125 miliardi e 980 milioni di euro. Nel 2024 la dotazione è stata di 134 miliardi e 15 milioni di euro. Quindi è vero che la dotazione è cresciuta in due anni di 8 miliardi e 35 milioni di euro, pari al 6,37% di incremento.

Il Governo ha fatto anche più volte riferimento alle risorse che esistevano prima della pandemia: 114 miliardi e 474 milioni di euro. Da allora ad oggi in termini assoluti quella dotazione è dunque cresciuta di 19 miliardi e 541 milioni di euro, che sicuramente non è piccola somma. Ma qui entra un altro elemento che vale tanto: la crescita dell’inflazione sia nel 2022 che nel 2023. Quindi va senz’altro considerata la differenza reale in potere di acquisto fra il 2019 e il 2024.

“Siamo stati convocati a Palazzo Chigi la prossima settimana, con una manovra già consegnata alle Camere, che ha pochissimi margini di cambiamento. Andremo ad ascoltare, se il governo dovesse accettare le nostre proposte siamo pronti a rivedere la decisione dello sciopero”, puntualizza Bombardieri, che lancia una provocazione alle Istituzioni che governano il Paese: “Quando hanno bisogno di un medico o di una visita i politici dovrebbero rivolgersi al Cup o in Ps, anziché all’amico primario, per capire quali sono le condizioni della sanità italiana”. Ad intervenire è anche la Dott.ssa Ester Pasetti, segretaria regionale di Anaao Assomed, sindacato che rappresenta medici e dirigenti sanitari del SSN che commentando lo sciopero del 20 Novembre u.s., dichiara: “È bene dire che noi scioperiamo contro il governo Meloni, così come avremmo scioperato contro qualunque altro governo disattento nei confronti della sanità pubblica. E noi siamo abituati a governi disattenti nei confronti della sanità pubblica, ormai purtroppo da una quindicina d’anni”. All’obiezione rivoltale secondo cui uno sciopero così, con adesioni fino all’85% non si era visto da 12 anni, dal 2012, la Dott.ssa Pasetti ribatte: “Beh, le condizioni sono andate via via peggiorando e credo che questo sia sotto gli occhi di tutti. Per quanto concerne il finanziamento, è vero che in valore nominale i finanziamenti negli anni sono andati aumentando, però è anche vero che il rapporto del finanziamento del Servizio Sanitario Nazionale rispetto al prodotto interno lordo in realtà va via via scemando. E tutti sappiamo che sotto il 7% non si può fare sanità di valore. E lo stiamo vedendo”.

Intanto, per il prossimo 29 Novembre visite mediche, analisi e anche interventi chirurgici sono a rischio per 24 ore poiché medici, dirigenti sanitari, infermieri e le altre professioni sanitarie si fermeranno per affermare i loro diritti.