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L’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (AGENAS) ha presentato i dati sulla mobilità sanitaria interregionale – Anno 2023. L’evento si è tenuto lo scorso 12 dicembre a Roma presso l’Auditorium Cosimo Piccinno del Ministero della Salute.

Si tratta di una dettagliata analisi sulle principali dinamiche intra e interregionali nel nostro Paese, riguardo sia le prestazioni di ricovero sia di specialistica ambulatoriale. Dall’esame dei dati presentati dall’Agenas, relativi allo scorso anno, emerge che il numero di ricoveri in mobilità è diminuito, passando dai 707.811 del 2019 ai 668.145 del 2023. Per la definizione della metodologia di calcolo della mobilità sanitaria, l’Agenzia si è avvalsa delle determinanti che caratterizzano tale fenomeno, ovvero: mobilità apparente costituita dai ricoveri effettuati nella regione di domicilio del paziente, quando quest’ultima non coincide con la regione di residenza; mobilità casuale relativa ai ricoveri effettuati in urgenza; mobilità effettiva determinata dalla scelta del cittadino/paziente. Nel rapporto dettagliato emerge che le regioni più attrattive per la mobilità sanitaria sono l’Emilia-Romagna, la Lombardia e il Veneto e che il flusso migratorio per ricoveri ospedalieri è prevalentemente diretto da Sud a Nord. Tuttavia, si rileva anche una mobilità significativa tra le regioni del Centro-Nord, soprattutto quelle di confine. In termini percentuali, il flusso migratorio è così suddiviso: 83,78% al Nord, 68,24% al Centro, e 27,22% al Sud. Il dato importante che emerge è che le strutture ospedaliere maggiormente attrattive sono quelle private accreditate, che gestiscono circa i tre quarti delle prestazioni di alta complessità.

“Da considerare, inoltre, alcune delle variazioni più interessanti rispetto al 2019 – sottolinea Agenas – In particolare il Lazio ha registrato una riduzione del saldo negativo grazie alla diminuzione dei costi di mobilità passiva (-9%) e a un aumento dei ricavi (+11%) mentre la Campania ha ridotto i costi legati alla mobilità passiva del 6%, mentre ha incrementato i ricavi grazie a un aumento dei ricoveri in mobilità attiva di alta complessità”.

E’ stato evidenziato, inoltre, come il report presentato da AGENAS potrebbe essere considerata una “mappa” molto interessante per le Regioni per poter comprendere le inefficienze del proprio sistema sanitario e anche uno spunto da dove poter partire per dare attuazione alla nuova norma presente nella manovra di bilancio che riguarda propria la mobilità sanitaria e che prevede l’obbligo di stipulare degli schemi di accordo tra le Regioni in presenza di saldi attivi e passivi molto elevati. A tal proposito il Capo di Gabinetto, dott. Marco Mattei, intervenuto all’evento, ha precisato: “Il Ministero della Salute è da sempre impegnato nel ruolo di coordinamento e armonizzazione dei rapporti tra le Regioni e in particolare con la sua direzione, oggi il Dipartimento per la Programmazione, detta i tempi di attuazione delle normi comuni a cui attenersi. Ad oggi” continua Mattei “non si è ancora raggiunta l’armonizzazione necessaria per consentire equità in tutte le prestazioni poiché vi sono diverse organizzazioni sanitarie, diversi sistemi sanitari presenti nelle varie Regioni e a ciò si aggiunge la libertà dei cittadini nel poter scegliere dove curarsi, essendo una scelta fiduciaria, tra paziente e medico e questo da vita al fenomeno della mobilità sanitaria. Pertanto” conclude Mattei “la mobilità sanitaria è un fatto, direi, ineluttabile legato a questioni organizzative alle capacità organizzative delle Regioni, soprattutto tra nord e sud. Con la norma contenuta nella manovra finanziaria si tende a superare gli “accordi di confine” tra Regione, il Ministero vuole perseguire l’obiettivo di costruire una ossatura nazionale, per espressa volontà del Ministro, impegnato nella valutazione di una Sanità che possa essere una Sanità nazionale che travalichi la mobilità e  che offra, nell’interscambio continuo di competenze e di conoscenze e anche di risorse tra nord, sud e centro proprio per  bypassare  il fenomeno della mobilità e anche per venire incontro ai problemi economici delle Regioni che sorgono a seguito delle compensazioni che incidono notevolmente nei loro bilanci”.

Obiettivo comune per tutti gli stakeholders è quello, dunque, che si possa giungere ad una “mobilità virtuosa” che eviti sprechi di risorse, che contempli un uso dei posti letto efficiente e appropriato e induca i cittadini a valutare oggettivamente la scelta del miglior ospedale in cui curarsi che potrebbe essere anche quello “sotto casa”.