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Enpam come risaputo è la cassa previdenziale di riferimento per i medici.  La pensione Enpam è una prestazione economica che si compone di varie voci: una pensione di base che spetta a tutti i medici e gli odontoiatri iscritti all’Ordine e un’eventuale quota che è calcolata sui contributi versati in base alla propria attività professionale (per es. libera professione, medicina generale, specialistica ambulatoriale, specialistica esterna. Enpam esprime “preoccupazione” per quanto illustrato dal Presidente dell’Istituto di Statistica Italiano, Francesco Maria Chelli, in sede di audizione nelle Commissioni Bilancio di Camera e Senato lo scorso mese di ottobre. Ed invero nell’aggiornamento del quadro congiunturale per l’economia, l’Istat indica un notevole aumento dell’età dei medici di medicina generale, dei loro pensionamenti e la tendenza alla diminuzione dei professionisti in attività. A tal proposito, il presidente della Cassa di previdenza dei camici bianchi, Alberto Oliveti, rispetto ai dati forniti e le preoccupazioni espresse dal presidente dell’Istat, dichiara: “il problema riguarda tutti i cittadini che faranno sempre più difficoltà ad accedere all’assistenza di prossimità, e anche per le pensioni di chi ha svolto questa professione per una vita, non c’è da star tranquilli se non se ne prevede il rimpiazzo”. Come ente previdenziale del lavoro autonomo, “possiamo assicurare le prestazioni solo se il flusso dei contributi dei medici lavoratori autonomi non viene intaccato. A ciò si aggiunge che “ogni tanto qualcuno parla di dipendenza per i medici di medicina generale, senza però avere chiaro che la previdenza dell’intera categoria di medici e odontoiatri collasserebbe”, continua il presidente della Cassa Alberto Oliveti. “In passato abbiamo già quantificato in 84 miliardi di euro il costo prospettico per le casse dell’Enpam se la contribuzione dei medici di famiglia e dei pediatri di libera scelta venisse attratta all’Inps in quanto dipendenti, e lo scenario peggiore addirittura si avrebbe facendo diventare subordinati solo i nuovi medici”, aggiunge. Nessun problema previdenziale se i medici di medicina generale rimarranno lavoratori autonomi: in tal caso “Enpam potrà mantenere per tutti la sostenibilità di lungo periodo”, continua Oliveti.  “Dal punto di vista previdenziale non ci sarebbe alcun problema anche se dovesse cambiare il mix di reddito dei medici del ruolo unico, oggi prevalentemente a quota capitaria, ma che in futuro potrebbe avere una componente crescente di quota oraria.

L’importante è che resti adeguato il flusso dei contributi derivante dal monte compensi per il lavoro in convenzione”, conclude. Ne discende, quindi, che con la medicina generale a rischio anche la previdenza è in pericolo. “Da tempo – conclude Oliveti – Enpam chiede che il corso di formazione in medicina generale diventi una specializzazione, al pari di tutte le altre discipline mediche, per aumentare l’attrattività di questa professione fondamentale, e che si dedichino maggiori risorse economiche alla medicina del territorio”. La questione è al vaglio e dovrà essere affrontata dalle forze politiche per l’adozione delle conseguenti iniziative riguardando il servizio sanitario, bene primario del nostro Paese.