Leggi articolo

“La prevenzione è il modo migliore per affrontare le grandi sfide del sistema sanitario: il microbioma è un tesoro di informazioni all’interno del corpo umano che è stato indagato ancora poco”. Lo ha detto il vicepresidente della Camera Giorgio Mulè durante il suo intervento di apertura dei lavori del convegno “Economia e scienza del microbioma”. “Per questo – ha aggiunto – nasce una proposta di legge trasversale che intende costituire un comitato che finalmente indagherà sul microbioma e tutto ciò che può essere correlato alla medicina predittiva per arginare molte malattie che se prese in tempo attraverso il microbioma possono essere intercettate e curate”. Sono sempre più numerosi gli studi che collegano in particolare il microbiota intestinale a patologie come il diabete, le malattie infiammatorie intestinali, la depressione e il cancro. Il microbiota, che un tempo veniva chiamato “flora batterica”, è l’insieme dei microrganismi ospitati da ciascun essere umano sin dalla nascita e perla vita. La popolazione microbica che alberga in ciascuno di noi è variegata: si stima che il numero di specie diverse sia compreso tra 500 e 1000, con una conseguente diversità di cellule e geni. Microbi si trovano sulla pelle, sulle mucose e soprattutto nel canale alimentare, in particolar modo nell’intestino. Ciascun essere umano ha un proprio microbiota intestinale, la cui composizione varia in base a molti fattori, quali per esempio il patrimonio genetico, il luogo in cui si vive, il tipo di parto alla nascita (naturale o cesareo) e di allattamento ricevuto, la dieta, le abitudini e i comportamenti. Ecco perché ancora oggi non è possibile definire in che cosa consista un singolo microbiota “sano” che possa andare bene per tutti: una popolazione di microrganismi perfetta per un individuo potrebbe non essere adatta a un altro. Molti dati suggeriscono un ruolo fondamentale del microbiota nello sviluppo della malattia, nella protezione dal tumore, nella risposta alle terapie e nel controllo degli effetti collaterali dei trattamenti anti-cancro. Già nel 2015 un articolo pubblicato sulla rivista Genom e Medicine sottolineava come un microbiota “in forma” possa aiutare a potenziare l’effetto dell’immunoterapia. “Un dato emerge con chiarezza dagli studi disponibili: la composizione del microbiota dovrebbe essere presa in considerazione negli studi clinici futuri che puntano a valutare l’efficacia di nuove terapie anti-tumorali” scriveva nell’articolo Maria Rescigno, tra i leader mondiali nello studio del microbiota e coordinatrice di un gruppo di ricercatori dell’Humanitas Research HospitaI di Rozzano, alle porte di Milano.

Sul punto, al seminario dedicato al tema, svoltosi lo scorso 8 Novembre presso la Biblioteca della Camera dei Deputati, il vicepresidente Giorgio Mulè è intervenuto sottolineando l’importanza di una chiamata alla responsabilità da parte dei decisori politici rispetto all’argomento del microbioma, definito “scrigno di informazioni”. Ed è per questo – ha aggiunto – che sulla base di evidenze scientifiche e di studi approfonditi che la Politica ha deciso di intervenire attraverso una proposta di legge. “Tale iniziativa mira all’approfondimento della medicina predittiva attraverso un programma di ricerca e di sperimentazione con la costituzione di un comitato ad hoc per affrontare le grandi sfide del sistema sanitario nazionale”, precisa Mulè.