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Con chirurgia robotica si indica un tipo di operazione effettuata grazie a tecnologie avanzate, che prevedono l’utilizzo di una sofisticata piattaforma chirurgica in grado di riprodurre, miniaturizzandoli, i movimenti della mano umana all’interno delle cavità corporee, o comunque nel campo operatorio.

La chirurgia robotica, o telemanipolazione computer-assistita, pertanto, rappresenta allo stato attuale l’ultimo gradino nello sviluppo delle innovazioni tecnologiche applicate alla chirurgia.

Lo scorso 11.09, per la prima volta nella storia è stato eseguito un intervento transcontinentale di chirurgia robotica a distanza per l’asportazione di un tumore al rene.

A darne notizia da Barcellona, è stata la Fondazione Puigvent in un comunicato in cui ha segnalato la conclusione dell’intervento.

Il medico che ha effettuato l’operazione con successo è italiano e si chiama Alberto Breda, primario di Urologia oncologica dell’equipe chirurgica di Trapianti renali alla fondazione spagnola, il chirurgo ha operato un paziente che si trovava dall’altra parte del mondo a Pechino, in Cina. L’operazione è avvenuta all’auditorium di Bordeaux, mentre Breda partecipava al più importante incontro annuale di chirurgia robotica, la 21esima riunione annuale della Società Europea di Urologia (Eau) di cui è presidente.

A differenza degli interventi chirurgici che solitamente vengono trasmessi in diretta, il chirurgo non indossava una tuta chirurgica, ma si controllava a distanza da una stanza, utilizzando una console (sistema robotico Edge), i bracci robotici che sono intervenuti sul paziente dall’altra parte del globo con un tempo di ritardo di 132 millisecondi.

A causa del tempo di latenza causato dalla lunga distanza, il ritmo dell’implementazione della telechirurgia sarà condizionato dallo sviluppo delle reti di telecomunicazioni 5G e in fibra ottica, nonché dalla sofisticazione e dall’adeguamento dei diversi sistemi robotici”.

Probabilmente, l’operazione è stata possibile perché il paziente era in Cina, dove la rete 5G è già molto sviluppata e per questo la latenza era così bassa. Resta da capire se le cose sarebbero andate così bene se il paziente fosse stato ricoverato altrove, dove la rete 5G è più scadente o ha dei buchi. In questo caso, un intervento del genere non sarebbe stato fattibile.

Alla fine dell’operazione il dottor Breda ha commentato il risultato ottenuto: “Si tratta di un momento storico che è stato possibile grazie alla collaborazione internazionale e che serve, inoltre, ad illustrare la diversità che esiste nella pratica della medicina attuale”.

Purtroppo, uno dei principali svantaggi della chirurgia robotica è proprio il suo costo elevato. Le strutture, che decidono di introdurre queste tecnologie, devono sostenere spese significative per l’acquisto dei robot e per la loro messa in funzione.

Altre questioni aperte in materie sono quelle che attengono gli aspetti giuridici connessi all’uso dei sistemi intelligenti in chirurgia.

L’interrogativo che ci si pone: cosa succede se un braccio robotico va in tilt, chi risponde di un danno scaturito dall’intervento se l’equipe medica o il vendor del sistema? Possono essere chiamati in causa gli sviluppatori del software o l’ospedale in cui è stato praticato l’intervento?

Tali questioni sono attualmente al centro di importanti dibattiti e iniziative legislative anche presso le sedi dei maggiori organismi dell’Unione europea proprio per cercare di fare chiarezza mediante l’emanazione di raccomandazioni a cui attenersi.