Paesi del Golfo: una via di fuga…
Comunicato del 8 luglio 2024
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Nell’ultimo anno si è registrato in Italia, come in tutt’Europa, un notevole aumento di manifestazioni di disponibilità da parte di medici e del personale sanitario a lasciare il proprio Paese, da soli o con le famiglie, per prestare servizio nei Paesi Arabi. È quanto emerge dai dati forniti dall’ AMSI-Associazione dei Medici di origine straniera in Italia e dall’Unione Medica euro mediterranea-UMEM, che parlano di richieste in aumento del 40% negli ultimi mesi dell’anno. Il richiamo del Medio Oriente eserciterebbe un forte “fascino attrattivo” sui camici bianchi, in tempi di profonda crisi della Sanità pubblica, tanto da indurli ad adottare la exit strategy: di sicuro stipendi che raggiungono anche i 20mila dollari al mese e benefit decisamente allettanti come abitazione, inserimento scolastico per i figli, agevolazioni fiscali, burocrazia snella e veloce e soprattutto maggiore valorizzazione delle singole professionalità. La fuga avviene, quindi, non solo più verso il privato e, per chi ne abbia i requisiti, verso la pensione, ma anche in realtà lontane. La procedura è facilmente accessibile e in tre mesi dalla presentazione della domanda, a fronte dell’anno e mezzo di attesa che registriamo in Italia, si è ammessi. L’occasione è creata dal crescente fabbisogno di cura nei Paesi Arabi e la tendenza è destinata ad aumentare: si stima che in Arabia Saudita entro il 2030 ci sarà bisogno di 44 mila medici e 88 mila infermieri, a causa della crescita demografica e dell’avanzare dell’età media della popolazione. Qui già il 90% dei sanitari è di origine straniera e l’acquisizione di professionisti italiani, notoriamente dotati di un’ottima formazione, rappresenta per questi Paesi un investimento di valore.
L’Italia, intanto, per sopperire alla strutturale carenza di organico del sistema sanitario, apre ai professionisti cubani come nella Regione Calabria. “La fuga all’estero aggrava ulteriormente la mancanza di professionisti della Sanità”, denuncia il Presidente dell’Associazione medici stranieri in Italia. Sicuramente la fragilità del sistema sanitario viene aggravata da questa costante tendenza all’emigrazione dei medici e infermieri. Per contrastarla andrebbero create condizioni più favorevoli per incoraggiare questi professionisti a rimanere in Italia per aumentare l’attrattiva delle professioni sanitarie nel Paese e garantire la qualità della tutela della salute pubblica.